La Risiera di San Sabba
Il grande complesso di edifici nacque come stabilimento industriale per la lavorazione del riso nel periferico rione di San Sabba. Costruito tra 1898 e 1913, fu in attività fino ai primi anni Trenta, quando la produzione – tra il 1927 e il 1934 – cessò.
A partire dal 1930 il Regio esercito italiano iniziò a utilizzare come magazzino una parte dei locali del comprensorio che, dopo il 1940, venne trasformato a tutti gli effetti in caserma militare.
In seguito all’occupazione del territorio da parte delle forze tedesche, l’ex opificio fu utilizzato come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943 (Stalag 339) e successivamente trasformato in Polizeihaftlager (Campo di detenzione e di polizia, una delle realtà tipiche dell’universo concentrazionario nazista).
Dopo la liberazione e fino ai primi anni Sessanta la Risiera di San Sabba fu campo di raccolta per profughi in fuga dai Paesi oltre la “cortina di ferro”.
Nel 1965 il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat dichiarava la Risiera Monumento Nazionale per il suo rilevante interesse storico e politico. Venivano quindi vincolati, come area di interesse storico, il cortile interno, le micro-celle e l’area dove era sorto il forno crematorio. Il decreto diede il via ufficiale al lento iter che portò la Risiera a divenire uno dei luoghi della memoria più significativi legati alle vicende dell’occupazione nazista d’Italia.
Nel 1975, dopo un’importante ristrutturazione progettata dall’architetto triestino Romano Boico, il museo e memoriale viene aperto al pubblico come Civico Museo della Risiera di San Sabba – Monumento Nazionale.
Il Litorale Adriatico
Il 10 settembre 1943, all’indomani dell’occupazione dell’Italia da parte delle truppe germaniche, Adolf Hitler emanò un’ordinanza che stabiliva la nascita di due Zone di operazioni – Operationszonen: la Operationszone Alpenvorland nell’area del Trentino-Sudtirolo (con l’aggiunta della provincia di Belluno) e la Operationszone Adriatisches Küstenland che, riprendendo una denominazione geografica del periodo della dominazione austriaca, includeva i territori di Udine e Pordenone, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e la “provincia italiana” di Lubiana annessa nel 1941. Nelle due aree si instaurò un regime d’occupazione anomalo rispetto al resto d’Italia dove l’autorità militare tedesca affiancava il nuovo governo alleato fascista. Nelle Zone d’operazioni, invece, ai comandanti militari (Militärische Befehlshaber) vennero affiancati dei consiglieri civili chiamati Supremi commissari (Oberste Kommissar), autorizzati a nominare o destituire i capi delle autorità civili locali e affiancare loro dei consiglieri d’amministrazione tedeschi. In breve tempo tali figure divennero veri e propri organi periferici di controllo del Reich sui territori.
Il Processo
Il processo per i crimini commessi alla Risiera di San Sabba si svolse dal 16 febbraio al 28 aprile del 1976 presso la Corte d’Assise di Trieste al termine di un lungo e tormentato iter giudiziario iniziato trent’anni prima. Oggetto del dibattito, che vide più di 174 testimoni, fu l’attività criminale svolta dagli uomini dell’Einsatzkommando Reinhardt (EKR). Imputati per “omicidio plurimo pluriaggravato continuato”, per aver soppresso un imprecisato ma rilevante numero di persone furono due ufficiali di quella unità: August Dietrich Allers (deceduto nel corso del lungo iter giudiziario) e Josef Oberhauser (contumace a Monaco). Furono esclusi dal capo di imputazione i reati di omicidio commessi contro partigiani e membri politici della Resistenza, in quanto motivati dalle leggi di guerra, a differenza dei crimini di persecuzione razziale, dovuti a vendetta o a motivi di lucro. Il dibattimento si concluse il 29 aprile 1976 con la condanna all’ergastolo di Josef Oberhauser, che non scontò mai la pena in quanto le autorità tedesche non erano tenute a consegnarlo a quelle italiane in base a un accordo bilaterale del 1942.
Decreto del Presidente della Repubblica
15 aprile 1965, n. 510
Dichiarazione di monumento nazionale della Risiera di San Sabba, in Trieste.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Veduta la legge 1º giugno 1939, n. 1089, sulla tutela delle cose di interesse artistico o storico;
Veduto il regio decreto 30 gennaio 1913, n. 363, che approva il regolamento per la esecuzione delle leggi relative alle antichità e belle arti;
Considerata la opportunità che la Risiera di San Sabba in Trieste, – unico esempio di Lager nazista in Italia – sia conservata ed affidata al rispetto della Nazione per il suo rilevante interesse, sotto il profilo storico – politico;
Sulla proposta del Ministro Segretario di Stato per la pubblica istruzione;
DECRETA
La Risiera di San Sabba in Trieste è dichiarata monumento nazionale.
Il presente decreto, munito di sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica Italiana. O fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addì 15 aprile 1965.
SARAGAT
Visto, il Guardasigilli: REALE
Registrato alla Corte dei conti, addì 26 maggio 1965
Atti del Governo, registro n. 193, foglio n. 109. – VILLA